Basta acqua in bottiglie di plastica

Ti sarà forse capitato andando all’estero di notare che nei ristoranti viene servita d’abitudine l’acqua del rubinetto in caraffe. Una pratica che in Italia sarebbe impensabile. La situazione dei ristoranti italiani rispecchia quella di molte case dove si consuma prevalentemente acqua minerale in bottiglia pur avendo a disposizione una buona acqua del rubinetto.

Acqua in bottiglia: il primato dell’Italia

L’Italia è il primo paese in Europa, e il secondo al mondo dopo il Messico, per consumo di acqua imbottigliata. Stiamo parlando di una produzione in Italia di circa 7-8 miliardi di bottiglie l’anno. Se si considera che solo il 5-10% dell’acqua viene imbottigliata in vetro, è presto fatto il calcolo di quanta plastica usa e getta viene immessa ogni giorno sul mercato e quanto impressionante sia l’impatto ambientale che ne deriva. Dall’indagine Beach Litter condotta da Legambiente l’anno scorso emerge che l’80% dei rifiuti rinvenuti sulle spiagge italiane sono oggetti di plastica e che il 18% è costituito da bottiglie e tappi di plastica: l’equivalente di oltre 15 mila bottiglie.
Il mio primo passo per cercare di adottare uno stile di consumi quanto più possibile plastic free è stato smettere di acquistare acqua in bottiglie di plastica e iniziare a bere l'”acqua del sindaco”.

Le “case dell’acqua”

Casa dell'acqua
Casa dell’acqua del gruppo CAP a Rho, MI (Crediti foto: Vitasenzaplastica)

Nella maggior parte dei comuni italiani l’acqua dell’acquedotto è buona ma purtroppo c’è ancora tanta diffidenza. Le case dell’acqua sono nate proprio per far capire che l’acqua del rubinetto è buona, sicura e controllata. Servirsi di questi impianti di erogazione oppure bere l’acqua del rubinetto quando possibile è un gesto importante e un segno di responsabilità. Che sia per il desiderio di salvaguardare l’ambiente o la nostra salute, abbandonare le bottiglie di plastica è comunque una buona decisione.

Nel solo comune di Milano i chioschi dell’acqua sparsi per tutta la città (ora sono circa 20) tra il 2013 e il 2017 hanno erogato 10,5 milioni di litri d’acqua con un risparmio di 268 tonnellate di plastica (Pet).
Certo non tutti i comuni d’Italia purtroppo dispongono di acqua, seppure potabile, con delle caratteristiche che ne rendano consigliabile e piacevole il consumo e le casette dell’acqua sono diffuse maggiormente nel nord Italia. Ma esistono delle alternative, alcune forse un po’ costose come i depuratori da installare in casa, altre più economiche, come le caraffe filtranti. Personalmente non sono molto a favore di queste ultime per diversi motivi: i filtri sono altamenti inquinanti, se non correttamente smaltiti, e ci sono troppi pareri contrastanti sulla loro efficacia, al punto da essere state bocciate qualche anno fa dal Ministero della Salute.

Vetro, mon amour!

Per chi preferisce continuare ad acquistare l’acqua imbottigliata ci sono diverse opzioni per evitare la plastica, prima fra tutte il vetro. Tra le aziende che offrono acqua minerale in vetro ci sono ad esempio Lauretana, Norda, San Benedetto, San Bernardo, Acqua Panna, San Pellegrino, Levissima.

Noi italiani siamo grandi bevitori di acqua ma, un po’ per diffidenza nei confronti della qualità dell’acqua del rubinetto, un po’ per gusto personale, difficilmente smetteremo di comprare l’acqua minerale in bottiglia, o almeno nel breve periodo. Credo quindi che siano le istituzioni le aziende produttrici a dover trovare delle soluzioni sostenibili. Qualcosa fortunatamente si sta smuovendo ma siamo davvero agli inizi.

Il ritorno del vuoto a rendere?

Vuoto a rendere - logoCi sono in Italia dei timidi tentativi di introdurre nuovamente il vuoto a rendere, pratica che purtroppo nel nostro paese è stata pressoché abbandonata negli ultimi 30 anni e che invece è diffusissima in altri paesi europei, Germania in primis dove il vuoto a rendere è addirittura obbligatorio.

In Italia il decreto n. 142 del 3 luglio 2017 ha infatti introdotto una sperimentazione, che si concluderà a febbraio 2019, per rilanciare il vuoto a rendere per gli esercenti su base volontaria. Purtroppo sembra che al momento questa iniziativa presenti grossi limiti e non abbia avuto molto successo, ma la speranza è che alla fine del periodo di prova questo modello venga rivisto e diventi finalmente funzionante. 

In Italia sembra che la grande distribuzione sia restia a gestire i resi e questo è molto probabilmente uno dei principali motivi per cui il vuoto a rendere del vetro è sparito. Per fortuna ci sono aziende che si impegnano nel trovare e mettere sul mercato soluzioni sostenibili per i loro prodotti, acqua inclusa.

Sant’Anna Bio Bottle

Sant'Anna Bio Bottle
(Crediti foto: Vitasenzaplastica)

L’azienda piemontese Fonti di Vinadio Spa da ormai dieci anni propone la Sant’Anna Bio Bottle, una bottiglia biodegradibile fatta con un polimero vegetale derivante dal mais. Una bottiglia completamente compostabile (ha vinto il Road to Green Award 2018) che si dissolve in circa 80 giorni. Un’innovazione che potrebbe essere risolutiva se pensiamo che una bottiglia di plastica può durare fino a 500 anni.

Se non trovi bottiglie di vetro o le bio bottle nei posti dove normalmente fai la spesa, prova a richiederle, spiegando chiaramente che non vuoi più acquistare acqua in bottiglie di plastica. Scrivi alle aziende, anche tramite i loro social network. Oppure cerca altrove, ma non farti scoraggiare. Essere consumatori consapevoli significa anche rendersi conto del potere e dell’influenza che hanno le nostre scelte d’acquisto: se tutti insieme non compriamo più determinati prodotti, è molto probabile che in futuro non saranno più proposti.

Mi sono limitata a parlare di acqua ma anche tutte le altre bevande, dal latte ai succhi di frutta, dalle bevande gassate al té freddo, sono prevalentemente in bottiglie di plastica. Eliminare in un colpo solo tutta la plastica dalla nostra vita non è impossibile ma è davvero molto difficile, richiede un cambiamento radicale delle nostre abitudini di acquisto e di consumo.  Ma ti garantisco che già eliminare l’acqua in bottiglia di plastica sarà un bel traguardo. E magari, come è successo me, la prossima volta che andrai ad acquistare una coca cola, ti verrà naturale mettere nel carrello quella in lattina.

La citazione di alcuni marchi in questo post non è legata a nessuna operazione commerciale 

Fonti:
– Dossier presentato in occasione della giornata mondiale dell’acqua 2018, “Acque in bottiglia. Un’anomalia tutta italiana” (rapporto di Legambiente e Altroeconomia, marzo 2018)
Acqua minerale: l’anomalia italiana. Siamo il primo paese in Europa e il secondo al mondo per consumo di acqua in bottiglia –  Il Fatto alimentare

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